La tragica spedizione alle isole Spratly

 

1S era il prefisso radioamatoriale che comprendeva non solo Spratly Island, ma un gruppo di 350 scogli e isolette meglio noti come Spratly. L’isola principale era occupata dal Vietnam, il che rendeva impossibili le trasmissioni. Come è noto, questo gruppo di isole fu conteso da Filippine, Malaysia e Vietnam. Molte isolette erano occupate dalle milizie di uno di questi paesi, per cui fu necessario scegliere di operare da un’isola disabitata, in una zona facilmente accessibile e priva di conflitti militari. Il primo obiettivo del gruppo tedesco fu Swallow Reef, accessibile dal Brunei e privo di pericoli. Purtroppo, tutte le barche trovate erano troppo piccole per affrontare il mare, per cui Siegfried VS5XU (uno dei radioamatori locali che davano supporto alla spedizione) cercò in tutti i modi di trovare un pescatore disposto a timonare una barca, viaggiando sottocosta. Nonostante la possibilità di un guadagno extra, nessun pescatore accettò, così il Brunei fu scartato come base di partenza. Il team di Colonia, allora pensò di partire da Singapore, cercando di raggiungere la nuova destinazione prefissata: Canada Reef. Questa seconda barriera corallina, non solo era libera da eventuali occupazioni militari, ma si trovava lontana dalle rotte dei pirati.

Un radioamatore di Singapore, Herner 9V1WC, riuscì a contattare un collega proprietario di un catamarano 16x8,5 mt.

Peter Marx e la moglie Jenny, si impegnarono a portare il gruppo a Canada Reef, grazie al catamarano "Syddartha".

I partecipanti della spedizione erano DJ6SI Baldur, DJ3NG Gero, DJ4EI Diethelm e DF6FK Norbert.

Fu preparato tutto in ogni dettaglio, anche con qualche eccesso di zelo, tipico della tradizione tedesca, calcolando provviste sufficienti per tre settimane più la durata del viaggio.

Le apparecchiature scelte per la spedizione, furono:

2 antenne direttive tribanda HF

3 ricetrasmettitori HF (Icom 720, Icom 730 e OmniBer)

4 batterie da 70 Ah

Le intenzioni erano di rimanere attivi da 1S per cinque giorni.

Il 3 aprile 1983, il catamarano levò l’ancora da Singapore e la spedizione resterà in costante contatto radio con DF9KN (residente a Colonia, in Gemania).

L’8 aprile, Gero DJ3NG, comunicava che “l’atmosfera a bordo era eccezionale e da lì a poco sarebbero arrivati a destinazione". Tuttavia, il forte vento contro, stava mettendo in difficoltà i motori, per cui avrebbero dovuto usare per la prima volta le vele.

Il gruppo si trovava nella zona interessata di Spratly (1S), avvicinandosi alle isole Cay Amboy. Queste isole furono dapprima occupate dai Malesi, ma a Singapore giravano voci che fossero di nuovo occupate dai Filippini. I passeggeri del catamarano decidettero di avvicinarsi alla costa, per capire se Cay Amboy fosse in realtà libera od occupata, così da stabilire se fosse stato possibile operare da lì.

Il 10 aprile, Pat N0ZO/DU2 era in qso con Baldur DJ6SI:

Pat: “Vedete già un’isola?”

Baldur: “Si, vedo qualcosa. Sembra un banco di sabbia, ma siamo a circa tre miglia ed è meglio avvicinarci se vogliamo distinguere meglio. Probabilmente si tratta di palme da cocco, ma non vedo nessuna persona, al momento. No, ora si muove qualcosa…”

Pat: “Qual è la vostra distanza?”

Baldur: “Siamo a circa un miglio. Ecco, abbiamo raggiunto la meta, siamo arrivati all’isola. (c’è una pausa carica di tensione) Ma è occupata, ci sono soldati! Ce ne andiamo subito, andiamo a cercare un’isola disabitata”

Pat: “OK, ma avete problemi?”

Baldur: “Momentaneamente no. Per favore, Pat, rimani in ascolto in caso di necessità”

Pat: “Dove state andando?”

Baldur: “Ci spostiamo di 50 gradi. La nostra prossima meta è a quaranta miglia da qui. (altra pausa…) Ora vedo una torre piuttosto alta e molte antenne. Non c’è nessuna bandiera. Non ho idea della nazionalità di questa gente. (c’è un’altra pausa, più lunga) Ci hanno sparato due volte, molto vicino. Hanno colpito lo yacht! Ritorniamo indietro il più velocemente possibile!”

Pat: “Siete feriti??”

Baldur: “No, ma non sappiamo se la nave è OK (un’altra pausa) C’è fuoco a bordo! Fuoco a bordo!!”

Pat: “Parlate, parlate!”

Queste di Baldur, alle 15:50 locali del 10 aprile 1983, furono le ultime parole ricevute della spedizione. L’equipaggio abbandonò la nave in fiamme, grazie ad una scialuppa di salvataggio, nonostante i soldati vietnamiti continuassero a sparare. Diethelm DJ4EI venne raggiunto da un proiettile e ucciso. Peter Marx fu ferito.

I sopravvissuti andarono alla deriva con la scialuppa per giorni e giorni, senza acqua, cibo e protezione dal sole. Per cercare di alleviare il calore, si bagnavano con acqua di mare…

In una intervista a Radio Lussemburgo, Peter Marx diceva:

“Abbiamo avuto poche opzioni: affrontare la situazione o morire. Abbiamo scelto la prima”

Il 19 aprile 1983, dopo 10 giorni di deriva, i naufraghi vennero tratti in salvo dal “Lindem”, mercantile giapponese, che li portò ad Hong Kong.

Il giorno precedente al salvataggio (18 aprile 1983), Gero DJ3NG morì per sfinimento.

 

Lo stesso team, prima della tragedia, programmò una spedizione a Bouvet 3Y, ma abbandonò l’idea, poiché la navigazione di quella zona risultava estremamente pericolosa ed era difficile ottenere una licenza dal governo norvegese…

 

Giovanni Polo

02/01/2010